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LiquorsBeauty e la magia dell'espressione: una chiacchierata tra autenticità, emozioni e nuove prospettive

LiquorsBeauty e la magia dell'espressione: una chiacchierata tra autenticità, emozioni e nuove prospettive

Posted by Carolina Amirfeiz on

Ciao Sisterine ,

Welcome back nella nostra Blonde Room finalmente 🎉

 Sono super emozionata di avere con me un ospite davvero speciale: LiquorsBeauty 💫 

Il creator che ha conquistato il cuore delle beauty lovers grazie alla sua autenticità e al suo approccio unico e genuino mi è venuto a trovare e non potrei essere più felice e grata 🌟

 Con uno stile inconfondibile e sempre al passo con le ultime tendenze, Liquors ha creato una community affiatata che lo segue con passione.

 È stata una chiacchierata davvero interessante, piena di spunti e aneddoti che non vedo l'ora di condividere con voi! Oggi finalmente potrete scoprire di più su di lui, sulla sua visione della bellezza, su cosa pensa dei prodotti Blondesister e su come vede l'evoluzione del mondo beauty 💄✨

 Pronte a entrare nel vivo di questa intervista? Let's dive in!

 

 

Luca, per me è un grande piacere averti e qui e mi piacerebbe lasciarti il giusto spazio per raccontarti. Sentiti libero di raccontare del tuo percorso: come è nata questa passione per il make-up. da dove sei partito, cosa ti ha spinto a lasciare il tuo lavoro da receptionist per dedicarti completamente a questo mondo.

Il mio primo approccio al beauty è stato praticamente per caso. Ero in giro con una mia amica a Porta Garibaldi, e c’era un corner di cui non ricordo nemmeno il nome, ma avevano questi correttori in stick che sembravano dei rossetti. Io e la mia amica eravamo grandi fan di Lady Gaga, quindi, ogni volta che avevamo da andare a ballare il weekend, ci organizzavamo per fare shopping make-up il giovedì. La mia amica andava a comprare le cose, io le guardavo e mi interessavo a capire cosa avrei potuto usare per sentirmi un po’ più sicuro, visto che sono una persona abbastanza insicura di base.

Quella curiosità iniziale, però, è diventata qualcosa di più concreto quando ho incontrato il mio attuale compagno, con cui ormai stiamo insieme da quasi nove anni. Mi ricordo che lui usava un fondotinta, e io sono rimasto un po’ sorpreso, tipo "ah, usi il fondotinta, come funziona?"

Sono una persona curiosa, ma non avevo mai davvero approfondito il make-up. Poi, sai, nel nostro ambiente LGBTQ+ non tutti vedono di buon occhio chi si trucca, anche se alcuni lo fanno come forma d'arte, tipo le drag.

Quando ho visto che lui si truccava, mi sono sentito molto a mio agio, in un ambiente super aperto e accogliente. E così, ho pensato: "Perché no? Andiamo insieme in profumeria e compro qualcosa per provare anch’io".

Ho iniziato con il correttore, che mi è sembrato il passo più naturale. Poi, ci siamo iscritti su YouTube e abbiamo iniziato a guardare video per capire come funzionava tutto. Pian piano, ho cominciato a esplorare fondotinta, cipria e perfino a curare le sopracciglia. Da lì, è diventato un’abitudine quotidiana.

E quindi, quando hai iniziato a prendere più “sul serio il make-up e a pensare di condividerlo pubblicamente?

Beh, diciamo che io non avevo mai pensato di aprire una pagina, perché ho sempre vissuto una vita abbastanza ordinaria. Mi è stato insegnato che dovevo andare a scuola, diplomarmi, prendere la patente, trovare un lavoro stabile, tutelarmi e dare a me stesso le migliori opportunità per una vita sicura, per poter pagare l'affitto e fare le cose che mi piacevano. Non avevo mai visto il lavoro come qualcosa di diverso da una routine che facevo e nel frattempo mi divertivo nel tempo libero.

Mentre iniziavo ad approfondire il mondo del make up, avevo una pagina Instagram personale dove ogni tanto pubblicavo le maschere che usavo e notavo che le persone che mi seguivano, non erano interessate al beauty. In cuor mio mi sarebbe piaciuto approfondire l’argomento e, confrontandomi anche con il mio compagno, ho deciso di aprire una pagina Instagram dedicato solo al beauty. All’inizio seguivo i riferimenti che trovavo sui social, sia su Instagram che su Youtube. Il profilo Instagram cresceva e anche in base al riscontro della mia community, decisi di aprire anche un canale Youtube che richiede molta più dedizione perchè i video sono lunghi, non sono solo foto. 

E, sinceramente, anche se può sembrare retorico, è stata una decisione presa per avere uno sfogo. Non potevo parlare di make-up con mia madre, mio padre o il mio capo.

E quando finalmente ti connetti con altre persone che vivono la stessa passione, è come quando ti mettono per la prima volta la connessione internet. Scopri un mondo che amplifica quello che già provavi in solitudine, e dici: "Wow, sono a casa." Inoltre, avendo un po' di conoscenze di fotografia e un amore per i colori, ho unito il tutto per creare qualcosa che mi rappresentasse.

Sicuramente emerge un talento quasi innato vero il mondo della creatività. Mi domando se comunque avevi anche fatto scuole creative oppure…?

No, zero, perché dovevo fare una scelta concreta, e avevo sempre questa mentalità che mi era stata inculcata, che dovevo scegliere una scuola che non fosse artistica. Mi dicevano “Tanto non serve a niente”. Alla fine, cosa succede? Capisci che il lavoro è lavoro, che devi seguirlo senza troppe domande. Poi, sai, mio padre è napoletano, profondamente radicato nella sua cultura, quindi figurati se gli parli di Taylor Swift, fa “Mmm chi?. Per lui la vita doveva essere una linea ben tracciata: liceo scientifico, patente, lavoro stabile.

Mi trovavo quindi così, su questo mondo dei social, con una certa energia repressa da tutte queste convinzioni. E allora, mi ci sono buttato senza pretese, ma alla fine mi piaceva davvero fare recensioni carine, provare prodotti, scoprire quale fosse il miglior fondo, spenderci tot euro e parlarne. E intanto continuavo il mio lavoro. Per sei anni sono stata receptionist in un hotel.

Tornavo a casa alle 23, iniziavo a vedere che la community mi sosteneva, che le persone si interessavano a quello che dicevo, e allora mi sono detto: "Ok, se mi piace e piace agli altri, mi ci butto". Così prima facevo solo qualche foto al mattino, poi le cose sono diventate più strutturate. Di base dopo lavoro - rincasavo molto tardi - mi truccavo, facevo foto, le editavo fino alle 3 del mattino, mi svegliavo alle 9 per riprendere la giornata e…beh, è andata avanti cosi per un bel po’ ma poi, ho deciso di aprire ufficialmente la pagina.

A questo punto, quando hai preso la decisione di lasciare un lavoro sicuro per inseguire la carriera da beauty creator, qual è stato il pensiero che ti ha spinto davvero a fare il salto?

Mi è stato offerto un contratto con un brand che garantiva un fisso, e lì ho capito che era arrivato il momento di fare una scelta. Ho dato le dimissioni: una decisione presa per darmi una possibilità. Ho pensato, “O lo faccio ora, o non lo faccio più. Ero già a 29-30 anni, quindi dovevo decidere: adesso o mai più.

Non nego sia stato difficile scegliere di lasciare il lavoro stabile, ma il mio carattere è un po' incosciente a volte, mi fa fare cose che agli altri sembrano folli, come lasciare un lavoro fisso per fare foto su Instagram.

Soprattutto con il contesto che avevo attorno. Mia mamma, super ansiosa, vedeva arrivare pacchi su pacchi e mi chiedeva se guadagnavo. Le dicevo sì, ma in modo vago, mentre mio padre mi ha detto “Se lo vuoi fare, fallo ora”. E aveva capito che non stavo più bene nel vecchio lavoro. Ora sono contento di averlo fatto, forse l’avrei fatto prima, ma penso che dovesse andare così.

E riguardo a TikTok? Come percepisci le differenze tra le varie piattaforme? Perché, a dire il vero, non ho ancora ben capito se il target di TikTok sia davvero così giovane. Io, per esempio, mi ritrovo spesso a passarci ore. Hai notato delle differenze rispetto a YouTube, considerando che è stata la tua piattaforma di partenza?

Instagram, secondo me, è la piattaforma più equilibrata. È come una pianta che curi ogni giorno: cresce, ti conosce e diventa parte della tua quotidianità, con molta tolleranza verso di te come persona. È il luogo dove mostri i tuoi lati divertenti e autentici. Inoltre, offre una varietà di formati: la foto per il contenuto visivo, i reel per raggiungere nuovi utenti e le storie per condividere il tuo quotidiano. Per me, Instagram rappresenta un equilibrio tra tutte queste dinamiche.

YouTube, invece, è completamente diverso. Lo rispetto tantissimo, anche se è un po' snobbato da molti. Su YouTube, una persona sceglie intenzionalmente di dedicarti tempo. È bellissimo quando qualcuno ti dice: “Lascio il like, ma guardo il video con calma stasera.” C'è un livello di dedizione e di gratitudine enorme, perché lì nasce la vera community. Instagram ti aiuta a crescere e a lavorare, ma su YouTube c’è una connessione più profonda.

Tik tok è un po’ più complicato perchè è più difficile fare community. Credo che si vada più sull’effetto “wow” del video, cercando di catturare l’utente. Lo trovo un social più istantaneo e si riescono a creare più difficilmente legami.

Quali sono stati, a tuo avviso, i principali miglioramenti e cambiamenti nel mondo del makeup, sia a livello di prodotti che di tendenze?

Allora, oggi ci sono molte più opzioni disponibili. Puoi trovare prodotti di ogni fascia di prezzo: costosi, medi, medio-alti, e low-cost, che comunque ti offrono un’esperienza soddisfacente, anche se costano solo 5 euro. Chiaramente, non puoi aspettarti la stessa qualità di un prodotto di alta gamma, ma sicuramente risponde a diverse necessità. Inoltre, ho notato un’inclusività più marcata, anche se ultimamente è un po' meno enfatizzata.

Nel 2024, ciò che mi piace è che ci sono molte più opportunità per creare formulazioni valide. Certo, ci sono ancora prodotti scadenti, ma rispetto al passato c’è un ampio ventaglio di proposte che, pur con le inevitabili soggettività, offrono una buona qualità. Certo, si può anche rischiare di spendere soldi inutilmente, ma in generale penso che si possa fare delle scelte più consapevoli.

Cosa pensi abbia causato tutto questo cambiamento?

Mi sembra che le persone siano un po’ sopraffatte dalle continue novità, perché ormai si va sempre all’estremo. Ogni 20 minuti lanciano un nuovo prodotto, ma nonostante tutto, la gente continua ad acquistare. C'è una parte che resta disorientata, però oggi il mercato è così vasto rispetto a cinque anni fa che c’è sempre qualcuno che ha interesse e vuole starci dietro. È bello vederlo, perché ormai lo trovi ovunque, sui giornali, in TV, ci sono programmi e podcast dedicati. È diventato un tema più quotidiano.

Secondo me, ultimamente il make-up ha un po' preso il posto della moda. A livello economico, l'industria della moda ha subito una flessione, mentre il make-up continua a crescere. Credo che ci sia anche una componente economica importante: un rossetto, anche il più costoso, è più facile da giustificare rispetto al "capriccio" di una borsa o di un vestito firmato. I dislivelli tra queste spese sono davvero enormi.

Ecco cosa ho percepito: nella moda vedo più i miei difetti. È vero. Ci sono più capi, più opzioni, ma spesso non trovo cose che mi stiano bene o che si adattino a me.

Non c'è un vestito che si adatti, mentre il make-up riesce a valorizzare e adattarsi a ciascun viso, esaltando la bellezza unica di ognuno. E tu, proprio nel 2024, con la situazione attuale sui social e tutto il resto, consiglieresti a una persona di approcciarsi a questo mondo?

Guarda, me l'hanno chiesto recentemente e penso di aver dato una risposta molto concreta. Attualmente il mercato è abbastanza saturo di figure, soprattutto se si ha l'intenzione di aprire un profilo e puntare a fare numeri, guadagnare e vivere di questo. Tuttavia, percepisco che ci siano ancora tante opportunità, e credo che sia positivo, anche se a mio discapito, che ci sia un turnover di persone e talenti.

Il consiglio che darei è che si può fare, ma bisogna davvero impegnarsi tanto. Devi fare un vero e proprio lavoro, perché c’è già una realtà consolidata e tanto di già affermato. Devi conoscere i social, capire cosa funziona, e farlo in modo autentico, perché se entri in un sistema già saturo e pretendi risultati immediati, ti frustri e finisci per dover fare video contro gli altri per farti notare, e questo non è il modo giusto.

Parlando di Blondesister, quali sono i tuoi pensieri e i tuoi consigli? So che sei una persona molto sincera e diretta, e per noi sarebbe davvero utile sapere cosa pensi di noi e del nostro lavoro.

Mi piacciono moltissimo i colori che scegliete, le forme dei packaging, e la semplicità con cui si può utilizzare ogni prodotto. Apprezzo anche l'essenzialità nella selezione, come ad esempio l'ombretto liquido, che è un valore aggiunto rispetto all'ombretto opaco, shimmer o al glitter. Il fatto che l'ombretto liquido duri tutto il giorno è un riflesso della qualità e della filosofia del brand: creare prodotti semplici, facili da usare e che effettivamente funzionano, senza lanciarsi in troppe uscite. Questa è una cosa che apprezzo molto, perché non c'è un bombardamento continuo di novità, ma ho il tempo di godermi il prodotto e testarlo.

Se penso al lip oil o agli ombretti liquidi, in un mercato vastissimo trovo proprio ciò che mi piace. Quindi penso che siano state fatte scelte molto azzeccate. Personalmente, però, non mi sarei lanciato nel mondo della skincare. Avrei puntato di più sul consolidamento della parte makeup, perché mi piace di più. Quando trovo una routine che funziona, non voglio cambiarla continuamente. Per me la skincare non è altrettanto stimolante, mentre il makeup è molto più giocoso. Mi piace, ad esempio, avere tanti prodotti dello stesso colore, anche se ne ho già 700 simili.

Per questo motivo, avrei posticipato la skincare, concentrandomi prima di più sul makeup, per consolidare quella parte. Detto ciò, mi auguro che per le skin tints vengano introdotti più colori, perché quella è davvero un prodotto fantastico, la uso moltissimo quando voglio un trucco leggero, senza troppi pensieri.

Gli ombretti liquidi, poi, mi sono piaciuti tantissimo. Mi piace molto anche la comunicazione di Carolina con i 'Get Ready With Me'. Sono contenuti che danno proprio quel senso di inclusività del brand, non come certi altri che decidono da soli, lontano dalla realtà, senza coinvolgere la community. La comunicazione inclusiva è una cosa che apprezzo tantissimo e che credo faccia davvero la differenza. Se avessi un brand, farei esattamente così: chiederei consiglio, coinvolgerei il mio pubblico. Questa è una cosa che a volte, quando un brand cresce tanto, si perde, a causa delle altre responsabilità. Però è una cosa che mi piace davvero, perché ti permette di restare connesso con le persone e di spiegare meglio gli intenti dietro ai prodotti.

Infine, trovo molto bello che chi sta dietro al brand sia in prima linea. È una cosa che apprezzo molto e che mi piace tantissimo.

Beh, che dire Luca… è stato davvero un piacere sentirti e ascoltare tutte le tue riflessioni! Ci hai dato tantissimi spunti interessanti e ci hai fatto vedere le cose da una prospettiva nuova. Il tempo che ci hai dedicato è stato davvero prezioso e ci ha arricchite tanto. Grazie di cuore per la chiacchierata, speriamo di farne altre così in futuro!

E mi raccomando, sisterine, non mancate di commentare e farci sapere cosa ne pensate!

Sono sicura che, per chi non lo conosceva prima, ora saranno tutte curiose di sapere di più di LiquorsBeauty e seguirlo.

Tanto love
Carolina ❤️

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